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Recensione di Classic Monsters – Un omaggio ai mostri classici
Recensione di Classic Monsters, l’antologia firmata da alcuni dei più grandi interpreti contemporanei di genere, uscita in Italia con Independent Legions Publishing.
Recensione di Classic Monsters
Era il marzo 2021 quando su Kickstarter sbarcava la raccolta fondi volta a finanziare Classic Monsters Unleashed, antologia di racconti horror curata da James Aquilone e pubblicata da Black Spot Books e Crystal Lake Publishing al termine della fortunata campagna (che ha raccolto oltre 54mila dollari). Progetto che ha suscitato grande interesse fra gli appassionati del genere e che è arrivato anche in Italia lo scorso anno grazie a Independent Legions Publishing.
Il volume, giunto nel nostro Paese come Classic Monsters, raccoglie 29 racconti di autori internazionali, fra i quali spiccano molti nomi noti agli amanti della letteratura horror contemporanea. Il fil rouge che lega le storie è che sono incentrate sui “mostri classici dell’orrore“: Dracula, la creatura di Frankenstein, la Mummia, l’Uomo Lupo e tantissimi altri, per l’occasione rivisitati in chiave moderna o narrati da punti di vista insoliti, personaggi immortali qui re-immaginati, sovvertiti e omaggiati in maniere differenti dai diversi scrittori che hanno ridato loro vita nelle pagine di questo volume.
Classic Monsters è un vero e proprio atto d’amore nei confronti di un certo tipo di immaginario classico, con un occhio però rivolto verso il presente e il futuro. Un volume che nelle sue 430 pagine riesce nell’intento di coniugare le tradizioni immortali a una visione dell’orrore più attuale. Un’operazione interessante di svecchiamento dei mostri più famosi, che rivisitati dall’ottica di autori moderni si fanno veicolo delle paure della società di oggi.
Famiglie disfunzionali e femminismo
Si parla di famiglie disfunzionali in “I vecchi mostri non muoiono mai” di Tim Waggoner (autore di novelization come Terrifier 2 e Halloween Kills), un racconto drammatico (ma splatter) con protagonista un “moonborn”, un licantropo, e il suo rapporto conflittuale con la moglie e la figlia. A tema licantropico anche “Serenata al chiaro di luna” di Gaby Triana, dove una donna è disposta a tutto per soddisfare il suo desiderio di maternità. Rese in maniera particolarmente materica e dolorosa sono le efficacissime scene di trasformazione che catturano in modo esemplare la natura ferina e traumatica del momento.
Di nuovo la maternità, trattata però all’interno di una cornice vampirica, in “Mi chiamano madre” di Geneve Flynn, una versione di Dracula al femminile, narrata dalla prospettiva di una protagonista dolente e confusa ma che, come vedremo, è ben lontana dall’arrendersi. Il tema femminile-femminista torna anche in “Puoi avere la terra, amore mio” di Carlie St. George, un racconto dal punto di vista della Sposa di Frankenstein che però non intende essere “sposa” di nessuno, nella sua lotta per liberarsi dalle catene di un titolo a cui non vuole sottostare.
Punti di vista inediti
Molte delle storie trattano argomenti sensibili dell’epoca attuale, riuscendo con naturalezza e in maniera mai banale a far collidere tematiche “moderne” con figure classiche estranee a tale universo. Ad esempio, troviamo più volte racconti a carattere LGBT, come in due dei miei racconti preferiti dell’opera. Il primo, “Fai correre il sangue dove vuole” di Alessandro Manzetti (Naraka, Rapsodia Whitechapel, Vessel), l’unico autore italiano dell’antologia, ci mostra una versione moderna di Mina Murray, in un racconto che brucia di passione disperata e solitudine. L’altro, “Sogni” di F. Paul Wilson (La fortezza, Il sepolcro, Vendetta), è una sorprendente rivisitazione di Frankenstein raccontato in prima persona da una ragazza la cui coscienza oscilla fra il mondo reale e quello onirico, incapace di distinguere tra l’uno e l’altro. Una prospettiva inedita, originalissima nella sua semplicità e interessante nell’introdurre sottilmente una plausibile tematica transgender a cui nessuno aveva mai pensato in questi termini.
Si parla anche di integrazione razziale (“L’uomo invisibile” di Maurice Broaddus) e delle difficoltà delle minoranze, come l’ironico (ma piuttosto triste) “Noise, Funk, Blob” di Linda D. Addison, con il punto di vista del Blob, o anche “Posso non significa devo”, dove l’autore Seanan McGuire dà voce allo “scienziato pazzo” invece che all’eroe di turno.
Fra ironia e tecnologia
Un’altra tematica ricorrente è la tecnologia, come in “Il ritratto di Dorian Gray” di Mercedes M. Yardley, con protagonista una giovane influencer, “Qualcosa preso in prestito” di Lindy Ryan, dove il mostro di Frankenstein sceglie le parti della sua futura sposa usando il tablet, o anche “Violando il codice del cavaliere”, di Lisa Morton, un gradevolissimo racconto con vibes in stile Piccoli Brividi dove l’androide del cavaliere senza testa, mosso da intelligenza artificiale, prenderà sempre più coscienza di sé durante la notte di Halloween.
Dai toni leggeri anche “La mummia chiama” di Simon Bestwick, che in maniera piacevolmente ironica si rifà alla vera storia di Hannah Beswick, diventata famosa come “Mummia di Manchester“, che nel racconto l’autore ipotizza essere una sua lontana parente.
I mille volti dei mostri classici
In Classic Monsters ritroviamo spesso figure portanti dell’horror come il mostro di Frankenstein e Dracula, ed è interessante vedere come ciascun autore rielabori in maniera diversa tali personaggi. Parlando di Dracula, per esempio, se Manzetti ci offre una versione necro-romantica e Geneve Flynn sposta invece l’attenzione sulla “feminine rage“, Owl Goingback si lancia in una versione western nel suo “Caccia al sangue”, un cazzuto racconto action-avventuroso di stampo cinematografico che non è difficile immaginarsi come un film anni ’90 diretto da John Carpenter.
Altrettanto personale il Dracula di Ramsey Campbell (La setta, Influssi maligni, La casa a Nazareth Hill), una delle “guest star” della raccolta. Il suo racconto, “Qualcuno da incolpare”, ci mostra un insolito Dracula tendente al metafisico, qualcosa che si annida agli angoli del campo visivo mentre l’ansia si trasforma in paranoia: impareggiabile come sempre la maniera in cui Campbell riesce a trasmettere l’ossessione che cresce come un parassita, la spasmodica tensione nel cogliere dettagli fuori posto mentre si ha la sensazione martellante di essere osservati.
L’altra guest star dell’antologia è Joe Lansdale (In fondo alla palude, Il Drive-In, Una stagione selvaggia) con il suo grottesco “Dio del rasoio”, una delirante e sanguinosa interpretazione del mito di Jack lo Squartatore.
Dalla letteratura al cinema
Sono innumerevoli i mostri “generici” che trovano spazio nella raccolta (oltre a vampiri e licantropi anche streghe e sirene), ed altri meno generici che citano classici della letteratura come Lo strano caso del dottor Jekyll e del signor Hyde (in “Leoni morti” di Christian Richard Matheson), Il fantasma dell’opera (in “Il visconte e il fantasma” di Lucy A. Snyder), o L’Isola del dottor Moreau, ripreso nell’ottimo racconto “Hollenlegion” di Jonathan Maberry. Maberry rielabora l’idea di H.G. Wells dandogli come coordinate storiche quelle della seconda guerra mondiale, un’idea vincente supportata da una buona prosa. L’autore riesce infatti a plasmare una pesante atmosfera di attesa: non viene mostrato nulla, in realtà, ma percepiamo ovunque la presenza di bestie innominabili sempre più vicine.
Oltre ai riferimenti letterari, sono diversi quelli cinematografici, che faranno la felicità dei cinefili: troviamo omaggi a La Mosca di David Cronenberg, Le mani dell’altro, Il bacio della pantera e Occhi senza volto.
Recensione di Classic Monsters: conclusioni
In conclusione, Classic Monsters si rivela un’opera interessante per ogni horror-dipendente, capace di fondere in modo brillante l’iconografia del mostro classico con le sensibilità e le problematiche contemporanee, esplorando nuovi spazi narrativi e dando voce a tematiche moderne come l’identità di genere, l’integrazione razziale e le dinamiche familiari più tossiche. Si tratta di racconti di qualità mediamente elevata, difficile infatti stabilire quali siano i migliori vista la grande quantità di contributi di alto livello, ognuno dei quali offre prospettive personali e originali. Non è solo un tributo al passato, quindi, ma anche una riflessione sugli orrori del presente e su quelli che ci attendono nel futuro.
Oltre ai 29 racconti, si segnala la poesia “Inferno”, l’unica della raccolta, di Alessandro Manzetti, e le illustrazioni interne di Sam Shearon, Jeremiah Lambert, Colton Worley, quest’ultimo autore anche della copertina.
Il volume, nella sua edizione italiana, è acquistabile dal sito di Independent Legions Publishing.
Prefazione di James Aquilone, Introduzione di Kim Newman.
Edizione Collection, tiratura limitata a 499 copie numerate, Collana Black Spring, 450 pagine.