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SHANTI di Caleb Battiago – Recensione
Parliamo di SHANTI – LA CITTÀ SANTA, opera eretica/erotica di Caleb Battiago edita da Independent Legions Publishing
Trama: Justine e Juliette, rimaste orfane, vengono affidate alle “cure” del collegio Sainte Marie di Madame Desroches, nera matrona transgender di Parigi Sud 5. Le due sorelle diverranno prede e predatrici in un mondo brutale e senza speranza, dove l’unica meta è rappresentata da Shanti, la Città Santa, l’ultima diga della deriva universale.
Carne-sesso-Dio. I tre motori principali dell’uomo, tematiche che vengono sviscerate nella trilogia di Battiago: Naraka, Shanti e Samsara (quest’ultimo in uscita). Mentre nel primo capitolo Naraka, di cui avevamo parlato qualche mese fa, carne e cannibalismo sono al centro della storia, in Shanti è il sesso ad essere cardine della vicenda e muoverne i personaggi.
Come nelle opere del marchese De Sade, “Justine e le disavventure della gioventù” e “Juliette ovvero le prosperità del vizio“, che Shanti rivisita in chiave futuristica, troviamo le due sorelle orfane costrette a prostituirsi. Juliette impara ben presto a mettere da parte ogni moralità e si trasforma in una dominatrice sadica e spietata, pronta a macchiarsi di atroci delitti per ottenere ciò che vuole. Justine al contrario, ingenua e “pura”, crede ciecamente nel suo dio continuando a sperare, invano, che questi venga ad aiutarla.
Ci troviamo ancora volta nel futuro distopico di Battiago: con la società che ammuffisce e si disgrega anche la sessualità delle genti del 23esimo secolo ha preso una deriva malata ed il sesso esiste solo nella sua forma più perversa e violenta. L’autore ci mostra senza filtri stupri, pedofilia, incesto, sadismo e masochismo portati all’estremo.
Sullo sfondo di questa civiltà naufragante si staglia il mito di Shanti, la città santa, il luogo perfetto, l’unico non ancora contaminato dal marciume delle città e dal mortale inquinamento dell’ambiente. Justine, sempre aggrappata al suo crocefisso, si renderà però conto che Shanti non è il paradiso che pensava.
Nel romanzo troviamo anche molti riferimenti di carattere storico con luoghi e persone realmente esistenti (o esistiti), in un continuo gioco di rimandi in cui passato e presente finisco per intrecciarsi.
Shanti è il prequel di Naraka: anche in quest’opera troviamo la killer Kiki, qui ancora inesperta e alla sua prima missione da sicario. Rispetto a Naraka, con la violenza estrema dei suoi mattatoi umani, Shanti è un romanzo in cui la componente fantascientifica è meno marcata, dove la perversione dilagante e la mercificazioni dei corpi sono la naturale conseguenza di un mondo allo sbando, un futuro forse per questo terribilmente realistico. E trovo che proprio questo sia uno degli elementi più disturbanti della romanzo: pensare che, in fondo, il futuro che Shanti ci mostra potrebbe non essere così lontano.
Per l’acquisto: Shanti di Caleb Battiago
Link al post originale: Shanti, recensione su Horror Dipendenza