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Nati Morti di Alex Visani – Recensione
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Luna è una tassidermista appassionata e di talento. Quando non è nel suo studio, è nel bosco alla ricerca di animaletti sufficientemente freschi da poter essere impagliati. La sua ultima ricerca è stata molto più fruttuosa di quanto potesse immaginare: Luna si imbatte infatti in due corpi, il cadavere di una donna recentemente strangolata, e quello del suo assassino, un uomo ferito ma che ancora respira. Luna decide di portare entrambi a casa e di prendersene cura a modo suo…
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Secondo lungometraggio del regista di Alex Visani, Nati Morti è una storia che oscilla tra l’horror-thriller ed il disturbing drama, un prodotto molto coraggioso sia per la scabrosità della tematica trattata, sia per il difficile periodo in cui è stato girato, in piena crisi Covid, con tutte le restrizioni e le difficoltà che ne sono comportate.
Luna (Ingrid Monacelli) è un personaggio complesso, una donna solitaria dal precario equilibrio mentale, che vive nel suo piccolo mondo di cadaveri e formalina. Luna si è barricata nella vecchia casa di famiglia per portare avanti l’unica occupazione nella quale vede un senso, la sua arte macabra fraintesa e talvolta disprezzata, infondendo la sua scintilla in un mondo che sembra ormai appassito. Ma non è solo talento e passione per il suo lavoro, c’è di più. La donna è “innamorata” della morte, un amore che la spinge a fotografare i cadaveri e a provare pulsioni erotiche verso essi. La sua vita cambia quando incontra Antonio (Lorenzo Lepori), assassino e stupratore, con il quale sviluppa un malsano legame sentimentale.
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La storia si prende il suo tempo per esplorare la psiche della protagonista indugiando sulla sua segreta parafilia, un’atmosfera via via più malsana e asfissiante come i miasmi della putrefazione che infestano la casa.
Pur senza mostrare esagerate quantità di sangue, Nati Morti è un film che si può definire “estremo“, una pellicola che non scende a compromessi con cui Visani dimostra una nuova maturità registica, portando in scena una visione dell’horror molto diversa da quella delle sue precedenti opere e in generale da quello che ci si aspetta da questo tipo di cinema.
Gli horror del settore indipendente sono spesso prodotti ruspanti, grezzi e a loro modo divertenti, solitamente destinati a un pubblico di amanti del low budget e del cinema vecchia scuola, e per questo arricchiti con ingenti dosi di sangue e citazioni per aficionados, film come lo splatteroso Flesh Contagium (diretto da Lorenzo Lepori, con Visani alla fotografia) o il grottesco e ironico Il tuo sepolcro la nostra alcova (di De Pascali, con Lepori protagonista). Visani confeziona invece una pellicola di carattere più “serio”, quasi autoriale, sganciandosi dal bacino dai fan dell’indi-horror per guardare a un pubblico potenzialmente molto più vasto.
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Fra polaroid post-mortem e morbosi rapporti familiari, la storia tocca le corde più oscure e innominabili dell’animo umano facendosi sempre più torbida e disturbante, una storia d’amore fra outsider che parla di solitudine, ossessione e affetti distorti.
In Nati Morti l’orrore è concettuale e non ci sono mostri se non quelli della psiche; il regista dà una visione piuttosto personale della necrofilia, conferendole una carica romantica o meglio, necro-romantica.
Le scene sanguinose sono ben dosate e di notevole impatto, realizzate con efficaci effetti gore che si soffermano sul dettaglio macabro e disgustoso titillando nello spettatore un sincero moto di fastidio e trascinandolo in un crescendo di violenza e squilibrio mentale, al quale contribuiscono anche le inquietanti sequenze oniriche che sanno di marcescenza e malattia. Come dimenticare le allucinazioni necrofagiche del protagonista febbricitante incatenato al cadavere ormai verminoso della donna.
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Girato in una sola location (un’affascinante villa storica affacciata sul lago Trasimeno) e retto da una coppia di attori particolarmente ispirati, nel film spicca anche l’ottima fotografia (curata dallo stesso Visani), grigia e glaciale come un tavolo operatorio, che incornicia un ambiente tetro, decadente e claustrofobico dove l’unica fonte di colore è il sangue delle vittime, o meglio, delle “opere” di carne. Si crea poi un interessante contrasto fra l’aspetto freddo, quasi chirurgico, delle location, e il senso di marciume e repulsione che trasuda il film in generale.
Nati Morti è un film che colpisce nel segno, un horror estremo con una sua malinconica poetica, il finale tragico, e suo modo purificatore chiude il cerchio con amara dolcezza.
Un prodotto indipendente che riesce ad andare oltre ai limiti del budget grazie a una regia solida e a una storia che non si preoccupa di infrangere il tabù.
Il film è stato 𝑝𝑟𝑜𝑖𝑒𝑡𝑡𝑎𝑡𝑜 𝑖𝑛 𝑝𝑟𝑖𝑚𝑎 𝑚𝑜𝑛𝑑𝑖𝑎𝑙𝑒 𝑎𝑙 𝑇𝐼𝐹𝐹 e selezionato al Demonic Brilliance Film Festival 2021 (Canada). In Italia è distribuito in DVD e Blu-ray da DigitMovies Cinema e speriamo che possa avere l’attenzione che merita.
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