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Justine di Alex Hernández – Recensione

By on 2 Marzo 2023 0 728 Views

Justine (Messico, 2022), il film erotico estremo ispirato al romanzo Justine o le disavventure della virtù (1791) del noto autore francese Donatien-Alphonse-François de Sade. Justine è un’esclusiva internazionale TetroVideo ed è scritto e diretto da Alex Hernández, regista dell’extreme horror Blood For Flesh e del segmento “The Prosperity of Vice” presente nel film antologico Dark Web XXX, entrambi distribuiti dalla label.

Protagonista della storia è Justine (Dan Zapata), un’adolescente che cerca di preservare la propria virtù ma che sarà incitata a soccombere al vizio dallo spietato e crudele Dr. Rodin (Enrique Diaz Duran). Ossessionato dalla verginità, costui la trasformerà in una vittima consenziente delle torture più atroci e delle umiliazioni più imbarazzanti guidate dal piacere.

Justine (Alex Hernándezm, 2022)
Justine (Alex Hernándezm, 2022)
JUSTINE – Limited 150 DVD Mediabook Cover B, TetroVideo

Justine o le disavventure della virtù è il celebre primo romanzo del Marchese De Sade, opera del 1791 più volte adattata per il cinema, con protagonista la devota e virginale quindicenne Justine che cerca di sottrarsi alla perversione e alla corruzione del mondo, andando incontro a sofferenza e violenze di ogni genere.

Prodotto da TetroVideo e presentato da Domiziano Christopharo, Justine di Alex Hernández si discosta dalle pellicole precedenti, dando una rappresentazione estrema e criptica dall’opera, un film sperimentale di stampo quasi teatrale: diviso in atti sottolineati da altisonante musica lirica, nel film spiccano momenti esteticamente ispirati con luci e costumi di notevole impatto scenico, e dialoghi più vicini ai versi che alla prosa.

Justine (Alex Hernándezm, 2022)

“Cosa pensi che sia questo posto, Justine”?

La maniera in cui è costruito Justine ci trasporta in una dimensione ambigua, fuori dal tempo e dallo spazio, forse un’abitazione settecentesca, forse il vestibolo del purgatorio. Il fatto che l’epoca non venga specificata è irrilevante, dal momento che si parla di aspetti che da sempre accompagnano la natura umana.
I pochi personaggi sono calati in un contesto indecifrabile, non è chiaro come Justine sia finita nelle mani del sadico aguzzino, il Dr. Rodin, né quale sia l’obiettivo reale di quest’ultimo. Le uniche informazioni che abbiamo sono sprazzi di follia, o disquisizioni di carattere filosofico, che contribuiscono al senso di disagio e disorientamento dello spettatore.

Sappiamo che il folle anfitrione sta compiendo degli esperimenti di qualche genere volti, a suo dire, al progresso scientifico per raggiungere un finale stato di perfezione.

Per farlo serve una ragazza non solo vergine ma anche priva di mestruazioni, perché il menarca “rovina la membrana dell’imene e rende le ricerche inesatte”. Ed è dunque qui che subentra Justine, lo strumento ideale per tale fine.

Dan Zapata, interprete di Justine, dà un’ottima prova attoriale, in un ruolo certamente non facile, con un viso segnato dalla sofferenza e dall’angoscia. Risulta però una scelta di casting non proprio accurata, dal momento che l’età scenica dell’attrice non è coerente con il personaggio, di cui si parla in termini di “ragazzina”.
Enrique Diaz Duran, lo scolpito Dr. Rodin, è azzeccato nel ruolo di folle dottore e di perverso aguzzino, conferendo al personaggio una luce assolutamente sgradevole e repellente.

Justine (Alex Hernándezm, 2022)
Justine (Alex Hernándezm, 2022)


Le conversazioni fra i due hanno a che fare con la vita, con la morte, con l’amore e con il sesso, l’intero film ruota intorno a riflessioni di carattere etico e filosofico, finendo per essere una sorta di flusso di coscienza.

Nella violenza esiste una forma di espressione artistica, e Justine gioca con il continuo contrasto tra la bellezza e la brutalità, come osservare la perfezione di lucidi organi vitali all’interno di una cassa toracica squarciata.
Coerentemente a questo, Justine è un film esteticamente elegante dove la fotografia in bianco e nero e la sontuosa colonna sonora classica sottolineano le peggiori atrocità e oscenità.

Una su tutte la scena della madre, qualcosa che valica il limite della perversione comunemente mostrata su schermo: il dottor Rodin taglia in due pezzi la genitrice per poi fare sesso con la parte inferiore del suo cadavere (WTF!).

Ma anche le sequenze di operazioni chirurghe ai genitali femminili, che saltuariamente balenano sullo schermo, sono nel loro realismo terribilmente dolorose da guardare.

Un plauso ai make-up, davvero convincenti, tanto che permane il dubbio che siano reali riprese di interventi chirurgici.

Justine (Alex Hernándezm, 2022)
JUSTINE – Limited 150 DVD Mediabook Cover B, TetroVideo
JUSTINE – Limited 150 DVD Mediabook Cover B, TetroVideo


È come se il crudele dottore facesse il possibile per sovvertire le leggi della morale che gli uomini hanno marchiate nel cervello, uccidendo e dando sfogo ai più perversi istinti sessuali in modo da liberarsi idealmente dalle proprie catene, sfidando Dio per raggiungere la vera Natura delle cose.

La Natura è l’unica dominatrice dell’uomo e ha sempre richiesto sangue e violenza per raggiungere il piacere: diventa dunque “legittima” la ricerca del dottore, istigato dalla purezza di Justine che risveglia ancor più forte la perversione di cui è capace.

Il film è dunque un’opera dalla natura ermetica e metaforica, certamente di grande fascino, che rischia però di perdere lo spettatore per strada, già un po’ confuso dopo i lunghi monologhi dei personaggi, che finirà ancora più spiazzato da vari finali e controfinali, il cui messaggio non è sempre chiaro. La durata di Justine è di solo un’ora e 17 ma il minutaggio percepito ci è parso superiore, forse per l’estrema complessità e scabrosità della materia trattata.

Talvolta ci sono sembrate dubbie anche alcune scelte di montaggio, come per esempio l’aggiunta di una sequenza in animazione stile vecchio cartone Disney, che a nostro avviso male si sposa con l’estetica dell’opera.

Un film non perfetto che comunque ci ha colpiti positivamente che pone il regista Hernández come una della voci più interessanti dell’extreme horror messicano degli ultimi anni.

Justine di Alex Hernández è un prodotto sperimentale visivamente e concettualmente interessante, un film ambizioso e personale che, forte della lezione sadiana, fa della perversione la sua poetica strizzando l’occhio ad arte e filosofia fra uno smembramento e l’altro. Ad oggi probabilmente la versione più estrema e surreale di un’opera del Divin Marchese.

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Justine (Alex Hernándezm, 2022)

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