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Recensione di Terrifier 3: Macelleria selvaggia!

By on 9 Maggio 2025 0 4 Views

Mentre aspettiamo l’uscita del nuovo film, ci siamo rivisti Terrifier 3, uscito con Midnight Factory in DVD, Blu-ray e 4K.

Terrifier 3

Edizione Midnight Factory 4K Ultra HD + Blu-ray + Booklet

L’horror più visto al cinema del 2024, terzo capitolo della saga creata da Damien Leone che ha consacrato Art The Clown come nuova icona del genere horror, arriva in home video in Limited Edition Midnight Factory 4K Ultra HD + Blu-ray + Booklet.

Specifiche dell’edizione:

  • Numero Dischi: 2
  • Durata: 125 minuti (Extra esclusi)
  • Formato Video: Blu-ray UHD: 2160p @24fps 2.39 HDR10; Blu-ray: 1080P @24fps 2.39
  • Formato Audio: Italiano 5.1 DTS-HD Master Audio, Inglese 5.1 DTS-HD Master Audio
  • Lingue: Italiano, Inglese
  • Sottotitoli: Italiano

Extra:

  • Natale di sangue
  • Art attack
  • Scream queen
  • The final girl
  • Viedoclip Ice nine Kills: A work of art
  • Storyboard
  • Trailer 
  • Commento audio del regista Damien Leone

Terrifier 3 4k + BD (Midnight Factory)

Trama:

Cinque anni dopo il brutale massacro, tutti credono che Art the Clown sia finalmente morto. Ma proprio mentre Sienna e Jonathan si preparano a trascorrere un Natale tranquillo, convinti di aver chiuso per sempre con l’orrore, il clown psicopatico riappare. Travestito da Babbo Natale, torna a seminare il panico a Miles County, pronto a dimostrare che nemmeno le festività più luminose possono sfuggire alla sua furia omicida.

Recensione di Terrifier 3

Damien Leone, con la saga di Terrifier, ha compiuto un piccolo miracolo: riportare lo splatter e il gore al cinema.

In un’epoca dominata dagli elevated horror più sofisticati e dai teen horror usa e getta, il concetto di b-movie sembra essersi un po’ perso per strada. Quell’horror ignorante, sanguinoso e cattivo fatto di villain assurdi e mostri sovrannaturali, che ha trovato la sua massima espressione e popolarità negli anni ’80, sia in sala che nel mercato home video. A parte qualche eccezione sporadica, come Evil Dead Rise, fra i pochissimi prodotti mainstream moderni a spingere sul pedale dello splatter, il panorama ne resta piuttosto scarno.

Forse il successo di Terrifier risiede proprio in questo: nel desiderio latente del pubblico di tornare a una violenza selvaggia, a un intrattenimento senza filtri, a quel tipo di exploitation che oggi sembra solo un lontano ricordo. A soddisfare questo bisogno di catartica cattiveria è un clown psicopatico che se ne va in giro ad uccidere la gente. Idea semplice, basilare, ma assolutamente efficace.

Un successo inaspettato

Di certo Leone non si aspettava un tale successo quando girò il primo film della saga, nel 2016, primo lungometraggio con protagonista il mimo Art, già personaggio di spicco nell’antologico All Hallows’ Eve.

Il film, nel suo essere così rozzo e viscerale, nella violenza scioccante che portava in scena, ha aperto gli occhi a un pubblico che ignorava l’esistenza di un cinema tanto estremo.

Il boom del primo film ha spianato la strada a sequel con budget nettamente superiori dove si è un po’ persa la spontaneità che c’era dietro a certe sequenze brutali, ma anche quell’aura sporca di film underground.  Restano comunque, e senza dubbio, tra i film più sanguinosi apparsi sul grande schermo negli ultimi anni: lo splatter, in fondo, è il loro marchio di fabbrica.

Ricordano certi film anni ’80, completamente folli e caotici, con la differenza che nel caso di Terrifier 2 e 3 c’è un budget decisamente più consistente ed effetti speciali che superano di gran lunga qualsiasi cosa si fosse vista nei b-movie splatter dell’epoca. Se negli anni ’80 e nei primi ’90 gli effetti speciali venivano realizzati spesso con tecniche rudimentali, qui il comparto FX è di altissimo livello, con risultati impressionanti che fanno impallidire molti titoli del passato.

Splatter senza precedenti

La trama infatti è un pretesto, anche piuttosto risibile, per mettere in scena sequenze di omicidio sempre più feroci ed esplicite. Ciò che davvero lascia a bocca aperta, strappando persino un sorriso sbalordito anche allo spettatore più smaliziato, è il totale disinteresse per il politicamente corretto. Un aspetto tutt’altro che scontato per un film pensato per il grande pubblico: nella follia di Art, nemmeno i bambini vengono risparmiati.

Rispetto al precedente, Terrifier 3 aggiusta il tiro su durata e mood. Terrifier 2 soffriva a nostro avviso per cali ritmo in alcuni punti, oltre al fatto che la storia con echi “epic-fantasy” (la spada magica, la prescelta, la “profezia”…) era abbastanza stucchevole. Siamo onesti: di Sierra e dei suoi traumi familiari ce ne importa fino a un certo punto, l’unica vera star è Art con la sua macelleria.

In Terrifier 3, Leone sembra aver trovato il giusto equilibrio, con durata e tono decisamente più equilibrati. Art torna a essere il vero fulcro del film, e la sua carneficina diventa ancora più intensa e disturbante: vogliamo parlare del momento in cui al tecnico viene strappata la carne della faccia? O della tipa sfigurata che si masturba intensamente con un coltello? Dell’atroce momento in cui Art infila la motosega nell’inguine del ragazzo nelle docce? Del topo ficcato a forza nella gola della vittima che si scava un’uscita a morsi? Una violenza talmente estrema e sconsiderata che finisce per essere grottesca e di conseguenza a suo modo divertente.

La saga di Terrifier è di base questo: un momento in cui si assiste alle peggiori nefandezze divertendoci alla grande.

Recensione di Terrifier 3: conclusioni

In definitiva, Terrifier 3 è un’ode all’exploitation più ignorante e senza freni, la riscoperta di un tipo di cinema che sembrava ormai relegato al passato. Damien Leone, con la sua saga, ha riportato lo splatter e il gore al grande pubblico con una forza dirompente, rispondendo a un desiderio profondo di violenza e trasgressione. La brutalità del film, purtroppo o per fortuna, scavalca il confine del grottesco, ma è proprio questa combinazione di crudeltà e umorismo nero che la rende irresistibile per molti.

Art, con la sua follia psicotica e il suo cinismo, è ufficialmente diventato un’icona del cinema horror come non se ne vedevano da decenni. In un mondo dove l’horror sembra sempre più riflessivo e sofisticato, Terrifier ci dimostra che il cinema dell’orrore non deve essere sempre e per forza metafora politica e sociale: a volte quello che vogliamo è semplicemente del sano e liberatorio splatter. E per fortuna, ci sono ancora i clown assassini pronti a soddisfare questo bisogno primordiale di violenza e di caos.

Grazie Art!

Per l’acquisto: DVD 4K +BDSteelbook

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